Cloz il raduno delle famiglie Franch (2016)

A Cloz il raduno delle famiglie Franch (2016) – Carlo Antonio Franch, 2016
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A Cloz il raduno delle famiglie Franch
15 maggio 2016

Per il cognome che vanta radici molto antiche accertati due ceppi, ciascuno con un albero genealogico lungo 8 metri
di Carlo Antonio Franch
CLOZ. Periodicamente tutte le famiglie Franch, Frank e Franck d’Europa si incontrano in uno dei luoghi di residenza o di provenienza. Quest’anno si è svolto a Cloz il quinto raduno, che ha richiamato numerosi partecipanti dall’Italia, dall’Austria, dalla Germania, dalla Francia e dal Canada.
L’avvenimento ha impegnato i convenuti per tre giorni, fra incontri e visite ai luoghi significativi della Val di Non: Castel Thun, le celle ipogee e Mondome-linda a Mollaro, il Canyon Rio Sass, oltre alla visita al borgo di Cloz; molto apprezzata dagli ospiti la messa con l’omelia di padre Placido Pircali e la let-tura del Vangelo in italiano e in tedesco.
A Cloz il cognome Franch è il più diffuso ed è quello che vanta origini più antiche, menzionato in un documento del 1231, scovato nell’archivio di stato a Trento dallo studioso Bruno Ruffini, scomparso qualche anno fa. Il con-vegno si è aperto con il saluto del consigliere comunale Diego Franch e del sindaco Natale Floretta. Joe Franch, proveniente da Vienna, ha salutato cal-orosamente tutti i presenti, esprimendo la sua gioia di ritrovarsi nel luogo da dove partirono i suoi avi: «Quando sono arrivato a Cloz, 26 anni fa, sono an-dato al cimitero con i miei figli, che erano bambini; dopo aver girovagato un po’ per il camposanto, mi fecero notare che il 55 per cento delle tombe erano della nostra famiglia».
Lo storico locale Sisinio Franch ha ricostruito la storia dei Franch e spiegato l’origine del cognome, riconducibile al tempo dell’imperatore Carlo Magno. Si ritiene che derivi da “franco”, cioè affrancato dal feudo, uomo libero, esente dal pagamento delle tasse, evolutosi poi in Franch. Inoltre ha ripercorso le tappe dei quattro precedenti incontri, da Senftenegg in Austria nel luglio 2000, poi il 3 luglio 2003 a Waldmün-chen, il 29 aprile 2006 a Cloz e il 3 settembre 2010 a Vienna. Ha dato anche una chiave di lettura dei due 7 alberi genealogici esposti in sala, lunghi otto metri, risalenti a due 8 ceppi importanti: i Vielmi e i Rizzot, che hanno molti discendenti in Austria e in Germania.
È intervenuta poi Mariangela Franch, docente dell’Università degli Studi di Trento, che ha presentato una ricerca molto approfondita sui cambiamenti dell’economia della Val di Non, legandoli alle grandi scoperte della tecnologia e della scienza. Partendo dal 1500, quando la Val di Non era il granaio del Trentino, passando per la coltivazione dei bachi da seta, per l’attività casearia, l’allevamento del bestiame, la viticoltura, fino ad arrivare alla coltivazione intensiva della mela. Ha ricordato l’arrivo in Valle della prima mungitrice, la prima automobile, il primo trattore, l’inizio dell’irrigazione dei prati e molte altre curiosità.
Ha concluso il convegno Alessandro Zanoni illustrando la figura dell’ingegner Vittorio Franch nato a Cloz nel 1886 e morto nel 1970, dal 1920 in poi ingegnere della Provincia di Trento. Operò in vari campi dell’ingegneria civile, idraulica e stradale. Per l’economia del paese di Cloz fu molto importante il suo progetto per la realizzazione del canale irriguo e dell’impianto per l’acqua potabile.
Ha fatto da cornice alla festa la proiezione di foto vecchie di Cloz e la proiezione di un video sull’emigrazione con protagonisti Elsa Franch e Lino Franch di Cloz. Cento anni separano la Franch più anziana (Elsa, 101 anni) e i gemelli più giovani (Ryan e Iris) di un anno.

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